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La parametrizzazione economica della prestazione energetica è uno degli aspetti di maggior rilievo introdotti dalla direttiva 2010/31/UE “EPBD recast” nell’ordinamento comunitario del settore dell’efficienza energetica degli edifici. La fissazione di obiettivi ambiziosi al 2020 da parte della commissione europea ha infatti reso necessaria la revisione delle correnti soglie minime prestazionali per gli edifici nuovi e ristrutturati. Il processo di revisione deve essere sviluppato da parte degli Stati membri secondo criteri che risultino efficaci sotto il profilo dei costi.Dal punto di vista concettuale la valutazione energetica di un edificio a scala di componente o di sistema viene traslata da uno spazio a una dimensione, descrittivo del fabbisogno di energia primaria, a uno spazio a due dimensioni, descrittivo del fabbisogno di energia primaria rapportato al Valore Attuale Netto dei costi globali correlati all’energia, misurati lungo il ciclo di vita economico dell’edificio.Nella primavera 2012 la commissione europea ha pubblicato il Regolamento delegato UE 244/2012, che istituisce un quadro metodologico comparativo per il calcolo della prestazione energetica ottimale in funzione dei costi. Il documento distingue tra calcolo a livello finanziario, in cui le voci di costo sono al lordo delle tasse, e calcolo a livello macroeconomico, in cui le voci di costo sono al netto delle tasse, ma si aggiungono ai costi dell’energia i costi della CO2. L’opzione di calcolare i costi della CO2 chiama in causa gli scenari di decarbonizzazione al 2020 e 2050.Il presente lavoro introduce il concetto “cost-optimality” inquadrandolo all’interno della regolamentazione comunitaria e illustrandone i principali passaggi metodologici, con particolare riferimento alla norma EN 15459.
L'articolo completo è pubblicato in ProgettandoIng 1/2013, Edizioni Nerbini, pp. 10-17.