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Il tipo edilizio delle abitazioni temporanee rappresenta un campo di ricerca e di applicazione progettuale molto vitale (e non solo recentemente). Da un lato perché sempre più stringenti si fanno le richieste di soluzioni abitative temporanee a causa di fenomeni migratori, di eventi sociopolitici e di calamità naturali: una tendenza in sicura crescita dato che una parte del mondo dovrà farsi carico dell’altra che vive ancora con soluzioni abitative incongrue oltre che indegne. Dall’altro, con un’ottica di cultura del progetto, perché lo studio del modulo abitativo rappresenta la distillazione di quelle regole che si vorrebbero poi generalizzare al costruito diffuso. In questo lavoro si è inteso proporre una soluzione che partisse dalla interdisciplinarietà del progetto quale punto caratterizzante il metodo. L’approccio integrato non è di per sé bastevole, ma certo è un buon viatico, per la risoluzione di problemi giocoforza interrelati, quali gli aspetti legati all’architettura, alla struttura e all’energia. Fil rouge del progetto del Living Boxè la sostenibilità, declinata nei diversi aspetti che la caratterizzano: dall’efficienza energetica, allo studio di sistemi costruttivi a secco smontabili e completamente riutilizzabili e riciclabili, all’impiego del legno nelle sue varie tecnologie, al comfort abitativo e alla salubrità dei materiali utilizzati. In assenza di target specifici verso cui indirizzare il percorso progettuale, ovvero non conoscendo i fruitori, né la collocazione spaziale e temporale del modulo abitativo, si è ritenuto opportuno mantenere un certo grado di flessibilità formale, costruttiva e funzionale. Obiettivo finale è un sistema abitativo modulare prefabbricato in legno, autonomo sotto il profilo strutturale e impiantistico, spazialmente aggregabile in più unità a formare configurazioni complesse.
L'articolo completo è pubblicato in Bollettino degli Ingegneri 6/2016, pp. 3-18.